sabato 29 settembre 2007

Passeggiando sui monti Tatra

Al confine tra Polonia e Slovacchia si trovano i monti Tatra (in polacco Tatry), i più alti di tutta la catena dei Carpazi, e gli unici di origine alpina. Il versante polacco di queste montagne è costituito da un paesaggio affascinante fatto di picchi torreggianti e ripide falesie rocciose con strapiombi di centinaia di metri che incombono sui laghi glaciali. La vetta polacca più alta dei Tatra è il Rysy, di 2.499 metri, situata proprio sul confine tra Polonia e Slovacchia, mentre il centro turistico più importante è Zakopane, importante base sciistica, ben collegata a Varsavia anche con il treno. Lungo queste montagne si possono effettuare molteplici gite a piedi, tra cui una molto interessante è quella che arriva al passo Zawrat nella parte orientale della catena; il primo tratto di questa escursione si compie in funivia, con cui si arriva sul monte Kasprowy Wierch, da cui si possono prendere uno dei sentieri che si dispiegano lungo la cresta. Il periodo migliore per visitare la regione dei Tatra è forse quello della tarda primavera e d'inizio autunno, quando non vi è ancora il "pienone" di turisti. Interessante da visitare anche la regione a nord dei Tatra, chiamata Podhale, dove si possono trovare decine di piccoli paesi dove gli abitanti conducono ancora la vita tradizionale di quegli altipiani.

sabato 15 settembre 2007

Torun, la città di Copernico con un bellissimo centro medievale

Torun è la città che ha dato i natali a Copernico, nel 1473, ed è situata a poco più di 200 km a nord-ovest di Varsavia. Oggi conta più di 200.000 abitanti, di cui circa un quarto sono studenti. La sua università, la Nikolai Copernicus, è una delle migliori di tutta la Polonia. La città si adagia lungo le rive del fiume Vistola, la parte nuova sulla sinistra, e quella vecchia sulla destra del fiume. Torun è stata fondata nel XIII secolo, e, intorno al 1280, divenne porto anseatico e accumulò tante ricchezze che successivamente permisero la costruzione degli eleganti edifici gotici visibili ancora oggi. Nel XVII secolo essa divenne centro del movimento protestante e, più tardi, del movimento nazionalista polacco in Pomerania. Molto bella da visitare è la città vecchia medievale, una zona quasi completamente pedonale. Al centro la piazza del mercato, Rynek Staromiejski, con il suo palazzo municipale, che risale alla fine del XIV secolo e il cui secondo piano, in stile rinascimentale olandese, è stato aggiunto più tardi. Tra gli altri palazzi affacciati sulla piazza, di particolare interesse è il Pod Gwiazda, costruito nel 1697. Tra gli altri monumenti della città, di particolare fascino è la Cattedrale dedicata a San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, costruita a partire dal 1250 e terminata nel 1500, che contiene la seconda campana in Polonia per grandezza, nota come Tuba Dei. Al suo interno fu battezzato Copernico, e nel presbiterio si possono ammirare alcuni affreschi del XVI secolo. Altre chiese interessanti da vedere sono la Chiesa della Beata Vergine Maria, con un elegante presbiterio gotico e una policromia tipica della fine del '300, e la Chiesa di S. Jacob, degli inizi del '300. Ubicato invece tra la città vecchia e quella nuova è un antico castello dei Cavalieri Teutonici, del XIII-XIV secolo. Curiosa è la torre pendente, nelle mura della città vecchia. Costruita, sembra, tra il XV ed il XVI secolo, ha una marcata pendenza in avanti, probabilmente dovuta a subsidienza data la vicinanza al fiume. I pavimenti, tuttavia, sono orizzontali, forse grazie alla recente ristrutturazione. Altra meta suggerita a Torun è la casa di Copernico, oggi adibita a museo contenente documenti e strumenti astronomici dell'epoca. Agli appassionati di teatro, conviene organizzare la visita a questa città durante il famoso festival del teatro tradizionale. Prima di venire via da Torun, non si può fare a meno di assaggiare il locale pane allo zenzero. Per raccogliere ulteriori informazioni su Torun, questo è il sito della città, mentre qui è possibile vedere alcune immagini della città.

sabato 8 settembre 2007

La cittadella fortificata di Kuelap

Un sito archeologico molto originale del Perù è la cittadella fortificata di Kuelap, ubicata a 3.000 metri di altezza, nel nord-est del Paese, in cima a un promontorio roccioso di origine calcareo in una posizione strategica per il controllo del territorio circostante. Questa fortezza fu probabilmente costruita intorno al 1300 d.C dal popolo dei Chachapoyas, indios bianchi di pelle e noti per la loro bellezza, che popolavano queste terre e che edificavano cittadelle sulle montagne per tentare di sfruttare tutte le terre coltivabili, cercando di inserirle in maniera armonica nel paesaggio che abitavano. Kuelap è lunga 584 metri e larga 120 metri ed è formata da una serie di terrazze coltivabili di 15-20 metri di ampiezza, sulle quali si ergono delle mura inclinate alti 20 metri. Queste mura di cinta servivano per proteggere la cittadella e per contenere le terrazze adibite alla coltivazione, e probabilmente la loro superficie interna era originariamente decorata. Particolarmente suggestivi sono i 3 ingressi alla cittadella, a forma di imbuto, che, con la loro ampiezza di tre metri nella parte esterna e settanta centimetri all'interno, consentono l'entrata a una sola persona per volta. Al suo interno la fortezza contiene 450 strutture distribuite su diversi livelli, di cui 4 sono di pianta rettangolare, 1 di pianta quadrangolare e la maggior parte di pianta circolare. Queste strutture servivano per scopi diversi, che potevano essere amministrativi, militari, cerimoniali, o economici. Tra di esse, di particolare significato sono El Tintero, un edificio cerimoniale, e El Castillo, con al suo interno un mausoleo. Si dice che per la costruzione di questa cittadella furono utilizzati 25 milioni di metri cubi di materiale, tre volte tanto il volume impiegato nella costruzione della piramide di Keope in Egitto, e che gli originari abitanti di Kuelap abbandonarono la città quando arrivarono gli spagnoli. Qui è possibile vedere alcune immagini di Kuelap.

giovedì 6 settembre 2007

Il museo delle tombe reali di Sipan a Lambayeque

Il Museo delle tombe reali di Sipan è situato nella città di Lambayeque, nel nord del Perù. Ha la forma di una piramide tronca formata da cinque prismi che si sostengono su piani inclinati. La storia di questo museo ha inizio nel 1987, quando a Sipan è rivenuta alla luce una tomba di un gran signore della civiltà Moche, che mostrava i riti di sepoltura di una delle più importanti culture preispaniche del Perù. Il Signore di Sipan, così battezzato in onore della località in cui è stato rinvenuto, fu sepolto nel II secolo d.C. Gli occhi, il naso e la bocca del defunto signore erano coperti con pezzi in oro, mentre il naso e gli occhi con ornamenti di oro, e le scarpe erano d’argento. In suo onore si sacrificarono donne, bambini, lama, e i migliori guerrieri lo accompagnarono nel suo ultimo viaggio nell’altra vita per proteggerlo. Successivamente alla tomba del Signore di Sipan, furono scoperte altre tombe risalenti allo stesso periodo. I colori rosso e giallo presenti sulle tombe ricordano i colori ocre che usavano i moche nelle loro decorazioni. Le tombe reali di Sipan hanno consentito agli archeologi e agli storici di ricostruire una parte sconosciuta della notevole cultura dei Moche che, per secoli, dominò gran parte del nord dell’antico Perù. Per la loro importanza s'è deciso cosi di costruire un museo permanente per fa conoscere a peruviani e turisti la civiltà dei Moche, una parte importante della storia del Perù. Il museo, oltre alle tombe, raccoglie i reperti trovati a Sipan durante gli scavi archeologici, una quantità impressionante di tesori, quasi tutti perfettamente conservati, e che, grazie al minuzioso lavoro di restauro, sono presentati in tutto il loro splendore. E' cosi possibile ammirare una collezione molto ricca di ceramiche zoomorfe e di gioielli in oro, argento e rame. Un vero e proprio tuffo nell'antica cultura dei Moche.

mercoledì 5 settembre 2007

Il lago Ypoá, il lago più pulito del Paraguay

Il lago Ypoá è uno dei laghi più importanti del Paraguay , e il suo nome significa "acqua che dà fortuna". Si trova a sud della capitale Asunción, a circa 150 km dal fiume Paraguay. E' un luogo poco conosciuto e poco frequentato, e anche per questo pare che sia il lago più pulito di tutto il paese. Tanto pulito che si dice che la sua acqua sia addirittura potabile. Il lago occupa una porzione centrale di una regione chiamata Esteras del Ypoá, che, durante la stagione della pioggia, vede l'acqua del lago invadere il proprio terreno per trasformarla in una vasta zona di lagune. Il luogo dove sorge il lago Ypoá è pieno di misteri e leggende che popolano le fantasie degli abitanti del posto, che spesso hanno sostenuto di vedere isole comparire e scomparire dalla superficie del lago. Anche la loro convinzione che sotto il fondale del lago Ypoá si trovi molto oro e altri tesori nascosti qui in passato è probabilmente una delle tante leggende che circolano da queste parti. Il lago è meta, nei fine settimana, di alcuni cacciatori che vanno a caccia delle loro prede che si rifugiano volentieri in questa zona, data la sua tranquillità. Sulle sponde del lago è anche possibile soggiornare con una propria tenda, magari vicino a una piccola spiaggetta di sabbia, per godere della pace e della natura del posto e per ammirare le specie rare di uccelli che qui si trovano, tra cui il tucano.

martedì 4 settembre 2007

Il Tapé Avirú, antico cammino religioso dei Guaraní

Il Tapé Avirú è un antico cammino religioso preispanico usato dai Guaraní, il gruppo indigeno etnico più importante del Paraguay. Si tratta di un cammino mistico che gli antichi Guaraní percorrevano alla ricerca del Yvy Marae´y o Tierra sin Mal, che si potrebbe definire come una versione guaraní del paradiso terrestre, una terra cioé dove non esisteva il male. Esso rappresentava la ricerca, da parte dei Guaraní, dell'utopia della società perfetta. Questo cammino esiste da molti secoli e originariamente sembra che fosse composto da 2 tratti principali, da cui partivano diverse ramificazioni. Il cammino partiva dalla zona dove oggi sorgono Asunción e Lambaré e arrivava fino alla costa atlantica a est, e agli altipiani della Bolivia a nord-est, dove si incrociava con il Cammino Inca. Il cammino attraversava posti di incantevole bellezza come le cascate di Iguazù e il Cerro Ybytyruzú, dove si potevano trovare delle iscrizioni primitive impresse nella roccia. Lungo i 1.700 km del Tapé Avirú vi sono diverse stazioni, in cui è possibile ancora oggi ammirare alcuni elementi importanti della cultura e dell'arte guaraní e assaggiare alcuni piatti della tradizione gastronomica di questa etnia. Qualcuno in Paraguay lo paragona al Cammino di Santiago de Compostela in Spagna, e le autorità sia paraguayane sia brasiliane da anni cercano di promuoverlo molto come itinerario turistico, dal momento che permette non solo di rituffarsi nella storia del popolo paraguayano fino alle sue radici, ma anche di passare diversi luoghi interessanti per la loro natura e per il loro paesaggio, che altrimenti sarebbero tagliati fuori dalle tradizionali rotte turistiche.

lunedì 3 settembre 2007

Tobatí, la città delle 300 fabbriche di ceramica

Situata a 70 km dalla capitale Asunción, Tobatí è una cittadina che giace protetta da fiumiciattoli e da formazioni rocciose molto particolari. E' anche chiamata la città delle 300 fabbriche di ceramica, nelle quali viene lavorata la ceramica per i diversi e numerosi prodotti artigianali locali, e vengono realizzati altri prodotti quali mattoni e tegole. La maggior parte degli edifici di questa cittadina sono relativamente recenti, risalenti al XIX secolo, spesso caratterizzati da pareti fatte con legno policromo, come per esempio la Chiesa principale, che però al suo interno contiene anche delle pale d'altare e dei dipinti che risalgono al XVIII secolo. Un posto da visitare a Tobatí è la Villa Artesanal, un importante centro artigianale dove si possono trovare dipinti espressione della tradizione religiosa popolare, maschere di legno, oggetti in ceramica e diversi tipi di prodotti tipici realizzati in legno. Ultimamente questa cittadina ha visto anche il contributo di gruppi di giovani nordamericani e europei che, con il loro lavoro, hanno aiutato la popolazione del posto a sviluppare ulteriorment questo centro, costruendo scuole e ristrutturando alcuni luoghi pubblici importanti della città.

sabato 1 settembre 2007

I piatti tipici del Paraguay

La cucina paraguayana conserva ancora molto delle abitudini alimentari degli indigeni, anche se inevitabilmente risente dell'influsso delle tradizioni gastronomiche portate dai colonizzatori. Due ingredienti basilari nella cucina del Paraguay sono la cassava, un tubero di grosse radici, conosciuto anche come mandioca o yuca, e il grano. La cassava lavorata produce la fariña, un tipo particolare di farina, la typyraty e l'almidón, tre prodotti diversi usati in piatti diversi. Tra questi vi sono le radici bollite in acqua salata, o il chipá, un pane tradizionale impastato con amido di cassava, latte, formaggio e uova, che si mangia molto in occasione delle festività, come per esempio durante la settimana santa. Anche il grano assume forme diverse a seconda dei piatti in cui viene usato. Si va dai chicchi dolci del chipá guasú, a un tipo di farina particolare usata in piatti come la zuppa paraguayana o al borí borí, un brodo molto spesso e denso a cui vengono aggiunte palline di grano e formaggio. Altri ingrediente basilari della cucina paraguayana più tradizionale sono i fagioli e le arachidi. Per quanto riguarda la carne, molto usati sono il pollo e il manzo. Tra gli altri piatti più tipici vi sono il mbeyú, una specie di omelet con amido di cassava, mescolato a formaggio e puchero, uno stufato radizionale di origine spagnola, l'arró quesú, un tipico risotto paraguayano condito con il formaggio, e la bife koyguà, fetta di manzo con cipolle e uova fritte. Tra i formaggi che si usano in molti piatti paraguayani particolarmente tipico è il quesú paraguái. Tra i dolci tipici vi sono il kaguyjy, fatto con grano, zucchero e miele, il kivevé, una sorta di polenta fatta con farina di grano e zucca, il koserevá, un dolce di frutta in cui spicca il sapore dell'arancia, il ka'i ladrillo, fatto con arachidi, e l'arró kamby, una versione locale dell'europeo pudding di riso. La bevanda più importante per i paraguayani è sicuramente il mate, il tè paraguayano che costituisce più un rito che una bevanda, e che spesso viene offerto alle persone cui si vuol dimostrare maggiore benevolenza. Le sue foglie, imparentate con l'agrifoglio, vengono preparate secondo una procedura piuttosto elaborata e la bevanda viene bevuta da una zucca vuota usata come recipiente comune. Talvolta al mate vengono aggiunte delle erbe mediche per portare benifici di vario genere all'organismo. Due varianti del mate sono il mate cocido, mescolabile al latte, e il teteré, che si beve freddo come bevanda refrigerante.